Documentario

TUTTI I COSTI DEI CONSIGLI REGIONALI – Quanto pesano al cittadino

Ecco quanto ci costano i Consigli Regionali, Regione per Regione

A cura di Carlo Manzo

Lazio ma non solo, anche Sicilia, Sardegna e Lombardia fra le Regioni più sprecone. Tra indennità (stipendi dei consiglieri inclusi rimborsi spese, assicurazioni, benefit) vitalizi, somme destinate ai gruppi consiliari e spese per il personale, ecco quanto pesa, regione per regione, la macchina del Consiglio Regionale

LO SVILUPPO O LO SVILUPPO DELLA CORRUZIONE? Giuseppina Meola

L’avvocato Giuseppina Meola

LO SVILUPPO O LO SVILUPPO DELLA CORRUZIONE?

In occasione della recente conferenza internazionale dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico è stato diffuso il rapporto “Italia. Dare slancio alla crescita e alla produttività”.
Il documento e gli studi che ne costituiscono il prius logico-cronologico evidenziano quanto in Italia il livello di corruzione sia superiore a quello della media dei Paesi OCSE.
Il Presidente Monti è intervenuto sul punto stigmatizzando “l’inerzia non scusabile” di alcune parti politiche, che ha ostacolato l’iter parlamentare del ddl anticorruzione.
Non un fulmine a ciel sereno, ma l’ennesimo tuono in una notte buia e tempestosa per l’italica penisola, bagnata dal mare e affondata dalle falle partitocratiche, politichesi e finanziarie.
Un’Italia corrotta nel corpo e nell’anima. Nell’immagine!
Da questo dato preoccupante, ma non nuovo, si può procedere verso una breve riflessione in termini di raffronto tra la criminalità da strada e quella dei palazzi.
Il delinquente “semplice”, il mero mascalzone, che commette reati comuni, più o meno gravi, è considerato un criminale, è il reo per antonomasia, gode di pessima considerazione da parte della società. Ciò fa sì che la commissione di un reato ordinario tenda ad unire la collettività. La “gente onesta” si compatta per esprimere ad una voce la più dura riprovazione nei confronti di un ladro, di uno stupratore, di un omicida.
D’altra parte, il white collar crime ha una forza disgregante, alienante, rende tutti un po’ più monadi alla ricerca di un clinamen che non accenna a delinearsi.
I reati dei colletti bianchi mettono in discussione la legittimità dell’ordine sociale, la fiducia nelle Istituzioni, nella Giustizia, nel “noi” elevato a sistema!
I colletti bianchi appartengono alla classe dominante; un reato commesso da un colletto bianco è un reato commesso da chi ha potere. E’ il reato nelle mani di chi detiene il potere!
La corruzione e le finitime fattispecie penali inglobano la patologia dell’atto del singolo e macchiano il sistema, sporcano tutto e tutti, colpevoli ed innocenti.
Sono espressione del male delle società avanzate, più del traffico di stupefacenti, più del tanto pubblicizzato “delitto passionale”. Sono l’emblema della perversione del privato convinto che solo influendo con offerte, doni o promesse di doni sia possibile aprire le porte sulle meraviglie del pubblico ad uso e consumo ed abuso del privato.
E’ il reato che sale sul trono, che diviene dittatore della democrazia.
E’ il cancro capace d’infettare fasce sempre più ampie e capace di farlo sempre più velocemente.
L’evoluzione tecnologica nelle strutture deputate agli scambi di moneta e titoli, la moltiplicazione delle transazioni finanziarie, le enormi possibilità di connessioni intersoggettive, lo sviluppo del remote banking fanno sparire il provincialotto che porta il cappone all’impiegato piccolo borghese.
In un mondo che è villaggio globale si assiste anche alla globalizzazione della corruzione.
Ecco perché sentirsi dire che l’Italia è più corrotta della media OCSE disgrega ad un livello maggiore: internazionale, sovranazionale.
Non si può e non si deve cadere vittime della logica da erba sempre più verde nel giardino del vicino, ma, allo stesso tempo, non si può trascurare che sentirsi etichettati quali “cattivoni più cattivi degli altri cattivi” ha un peso in termini di fiducia globale, di capacità di attrarre investitori esteri, di spread.
Nel 2013, sulla base dei dati forniti dal Consiglio d’Europa, dall’OCSE e dalle Nazioni Unite nonché da esperti indipendenti, verrà pubblicata una relazione sulle dimensioni del fenomeno della corruzione e sulle buone pratiche realizzate dagli Stati membri dell’UE per contrastarlo.
L’Italia non ha ancora ratificato la Convenzione penale del Consiglio d’Europa sulla corruzione, datata 1999!!!
Quale aderente al Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO), il nostro Paese è stato sottoposto a valutazione, sfociata in un rapporto finale nel quale si rileva che, malgrado la determinata volontà della magistratura inquirente e giudicante di combatterla, la corruzione è percepita in Italia come fenomeno consueto e diffuso, che interessa l’urbanistica, lo smaltimento rifiuti, gli appalti pubblici, la sanità e la pubblica amministrazione. Il rapporto rivolge all’Italia ventidue raccomandazioni, suddivise tra il settore della repressione e quello della prevenzione, ritenendo che la lotta al fenomeno deve diventare una questione di cultura e non solo di rispetto delle leggi.
Siamo al cospetto di una minaccia allo sviluppo, alla democrazia e alla stabilità, attraverso la distorsione dei mercati e l’erosione sia del servizio pubblico sia della fiducia nei funzionari pubblici.
Il prezzo della corruzione è alto (circa l’1% del PIL dell’UE). Ancora più alto se letto in chiave sociale tout-court.
All’aumentare della crisi aumenta la percezione ed il collegamento con il dato che è sotto gli occhi di tutti, coinvolgendo il concetto dinamico di cittadinanza, profondamente intriso dell’idea di progresso economico-capitalistico.
Per i giuristi segna il passaggio dai diritti civili a quelli politici e poi a quelli sociali.
Il taglio socio-politico degli studi permette di convogliare una serie di gravissimi problemi che evidenziano, per esempio, la tendenziale incompatibilità dell’economia di mercato in relazione all’affermazione di effettivi diritti sociali.
Nella nostra tradizione giuridica, il nucleo concettuale di cittadinanza è dato dall’appartenenza. Un soggetto è ascritto ad uno Stato e perciò è titolare di diritti e doveri. Se lo Stato è la fonte esclusiva della produzione giuridica, diviene storicamente il garante dei diritti nel momento in cui, divenendo Stato costituzionale, è esso stesso a positivizzare e porre quei diritti.
Oggi evidentemente la sovranità degli Stati è profondamente in crisi, così come il concetto di garanzia dei diritti medesimi.
I surrogati (holding, banche, furbetti vari) non hanno legittimazione di sorta, non offrono l’idea di appartenenza: non si può essere cittadini di una banca, ergo manca chi tuteli effettivamente il cittadino, sempre più in balia di un meccanismo perverso e malato.
La bilancia del potere tra la politica e l’economia, tra i governi e le multinazionali pende sempre più inequivocabilmente a favore delle grandi corporazioni. Come scriveva Willke, rispetto alla politica esse possiedono il vantaggio di un’opzione strategica aggiuntiva accanto a voice e loyalty, quella di exit verso collocazioni più vantaggiose.
La partita si gioca tra lo scetticismo circa le residue capacità di governo delle istituzioni politiche ed il razionalismo giuridico che mira ad uno Stato costituzionale e cosmopolitico, capace di dare attuazione a rivendicazioni anche etiche.
Ecco dunque, l’importanza di una seria presa di posizione del legislatore italiano sul tema della corruzione, al fine di ripristinare o semplicemente rinsaldare l’asse verticale protezione-obbedienza, allo scopo d’impiegarlo come una bussola nella difficile navigazione dei cittadini irrequieti, sradicati, sfiduciati, quasi “meno cittadini”.

Avv. Giuseppina Meola

Ecco la lista segreta degli abusi edilizi. Da vip a calciatori passando per Ama, Acea e Comune – Oggi querele contro Francesco Barbato per l’interrogazione parlamentare

In seguito all’interrogazione parlamentare del deputato Idv Francesco Barbato, vi riproponiamo il contenuto di un aricolo apparso su La Repubblica, che denuncia migliaia di abusi edilizi nella capitale. In questi giorni Barbato ha interrogato sulla presenza di un ristorante addirittura presente negli scavi archeologici di Paestum. Il risultato è una minaccia di querela da parte del sindaco di Capaccio. Dal sito di Francesco Barbato http://www.francobarbato.com/fb/it/1028-scavi-paestum-le-prime-reazioni-alla-mia-interrogazione

“In seguito alla mia interrogazione parlamentare in cui ho denunciato la presenza di un ristorante all’interno degli scavi, dove peraltro il canone di locazione è irrisorio, il sindaco di Capaccio ha risposto definendolo un ritornello già sentito. “Si tratterebbe solo di un abuso risalente agli anni ottanta per il resto è tutto regolare, farò querela al deputato Barbato e dei soldi che otterrò di risarcimento farò beneficenza” come riportato da La città di Salerno. Sarà la magistratura ad accertare la regolarità del caso, nel frattempo spero che l’opinione pubblica si renda conto che siamo stanchi di privilegi e abusi di potere.”

Ecco la lista segreta degli abusi edilizi. Da vip a calciatori passando per Ama, Acea e Comune

ROMA – C’è chi si è costruito un box nel parco di Veio, chi ha ampliato la terrazza vista fontana di Trevi, ci sono preti, vip, calciatori. Il quotidiano ‘La Repubblica’ pubblica oggi una “lista nera” di abusi edilizi nella Capitale, dal centro ai parchi pubblici. Una lista di nomi, tra cui comparirebbe anche il Comune di Roma, che avrebbero fatto abusi edilizi in aree con vincoli strettissimi. Secondo quanto scrive ‘Il Corriere della Sera’, due settimane fa un blitz della polizia giudiziaria all’ufficio condono di Roma avrebbe portato al sequestro di cinquemila pratiche.
La lista “segreta”, scrive ‘La Repubblica’, è contenuta in due cd creati dalla società Gemma Spa all’epoca del condono edilizio del 2003 e sequestrati due settimane fa all’Ufficio condono edilizio. All’interno dei due cd sono contenute tutte le 85 mila richieste di condono che arrivarono allora, le foto aeree di quegli abusi e la valutazione sulla possibilità di concedere o meno il condono. I cd, scrive ‘La Repubblica’, sono stati consegnati dalla società Gemma ad Alemanno nel giugno scorso e scorrendo quelle liste, secondo il quotidiano romano, si trovano 12mila casi di abusi che Gemma ha considerato non condonabili. Solo, fa notare ‘Repubblica’, per quegli immobili il Comune di Roma non ha proceduto nè all’abbattimento nè all’acquisizione. Tant’è che, secondo il quotidiano romano, la procura di Roma si è accorta che qualcosa non va e pochi giorni fa ha sequestrato, negli archivi di Gemma, 5000 pratiche fuori termine. Vuole capire perché non sono state notificate ai proprietari.
Ma vediamo chi si celerebbe dietro queste “liste nere”. Scrive ‘La Repubblica’: “Tra chi ha provato a fare il furbo chiedendo il condono per una struttura costruita ampiamente dopo il 31 marzo 2003 – i cosiddetti “fuori termine”, circa 3.712 pratiche – spunta il nome di Luigi Cremonini, l’imprenditore modenese leader nel commercio della carne e proprietario di tre catene di ristoranti, che dal giorno alla notte si è costruito una terrazza modello villaggio vacanze in uno dei punti più pregiati di Roma, di fronte alla fontana di Trevi. O come Federica Bonifaci, figlia del costruttore Bonifaci (anche editore del Tempo) che ha dato un’”aggiustatina” alla sua casa ai Parioli. Di vip o anche solo di personaggi e istituzioni in vista nell’elenco ce ne sono a volontà. Si va da Maria Carmela d’Urso, alias Barbara d’Urso al calciatore nerazzurro ed ex laziale Dejan Stankovic, da Luciana Rita Angeletti, moglie del rettore della Sapienza Luigi Frati, all’Istituto figlie del Sacro Cuore di Gesù”.
“Le congregazioni religiose hanno una certa dimestichezza col cemento – scrive ancora ‘La Repubblica’ – Nella lista nera figurano le Suore Ospedaliere della Misericordia, la Procura Generalizia delle Suore del Sacro Cuore, quella delle missionarie di Madre Teresa di Calcutta e la Famiglia dei Discepoli della diocesi romana. Non mancano i templi dove la Roma bene ama riunirsi per celebrare i suoi riti di socialità. Il Parco dè Medici sporting club, il country club Gianicolo, il Tennis Club Castel di Decima, la discoteca Chalet Europa nel parco di Monte Mario. E nemmeno le ville mono e bifamiliari con piscina dell’alta borghesia, cresciute come gramigna nel parco di Veio, ai lati di via della Giustiniana, la strada più abusata di Roma. Ancora, scorrendo la lista balzano agli occhi decine di società immobiliari, alcuni distributori di carburante della Esso e la sede centrale della “Fonte Capannelle Acque Minerali” nel parco dell’Appia Antica. L’aspetto più buffo o forse drammatico è che nell’elenco dei più furbi tra i furbi compaiono anche molte aziende comunali di servizio, come l’Ama, l’Acea e addirittura Risorse per Roma, la municipalizzata che da gennaio ha il compito di occuparsi proprio delle pratiche di condono“.
Poi, secondo ‘La Repubblica’, ci sono gli abusi edilizi nei parchi pubblici, su cui grava un vincolo ambientale strettissimo. Secondo il quotidiano romano, ad essersi reso artefice di un abuso edilizio, sarebbe stato anche il Comune di Roma che avrebbe poi chiesto a se stesso un condono pur sapendo fosse impossibile ottenerlo. “La manovra serviva a ‘legalizzare’ – si legge – un’opera abusiva in via del Fontanile di Mezzaluna, in pieno parco del Litorale romano dove i limiti all’edificazione sono strettissimi”. Tra gli altri nomi presenti nella lista di questi abusi nei parchi, si legge su ‘Repubblica’, ci sono “Tosinvest spa, la finanziaria della potentissima famiglia Angelucci, i signori delle cliniche private nonché editori di Libero e il Riformista. A nome di Tosinvest spa ci sono tre domande di condono per una struttura aziendale nel parco dell’Appia Antica. In quello di Veio c’è un abuso a nome di Acea Spa, il colosso dell’energia e dell’acqua per metà pubblico (proprietà appunto del comune di Roma), in parte nelle mani del costruttore Francesco Caltagirone“.

L’articolo riprende La Repubblica del 11 marzo 2011

 

Earthlings (Terrestri) – film documentario completo (sfruttamento animale)

Grandezza e progresso morale di una nazione si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali. (Gandhi)

Coal Tit

Image by Andy Morffew via Flickr