letteratura

NUOVI AUTORI AL VITTORIANO

SINFONIA PER VOCI E SOGNI di  Patrizia Palese

Avete mai assistito ad un concerto di quelli che quando iniziano sembrano solo delle prove di accordo di strumenti?

Io mi ci trovai una volta trascinata da una amica che continuava a ripetere quanto fosse speciale quello che stavamo per ascoltare, decantando con termini da addetti ai lavori, la raffinata “padronanza dello strumento” come lo definì, volendomi forse trasmettere una specie di timore reverenziale, tale da non permettermi il minino cenno di disapprovazione.

Purtroppo la poverina ottenne solo l’effetto opposto; con nella mente gli scolastici ricordi di quel Marsia che volle sfidare un Dio, consapevole della sua purtroppo solo umana maestria, rimasi abbastanza interdetta da quell’inizio di suoni un po’ troppo caotico, che sembravano non avere nessun elemento in comune fra di loro… ma poi, proprio quando stavo per annunciare alla mia amica che una tremenda emicrania mi stava possedendo, ecco che quei suoni si intrecciarono fra di loro, e il caos iniziale, o quello che credevo tale, divenne un rincorrersi di suoni, che come le Ninfe, anche loro retaggio dei miei studi classici, sembravano precedere il loro Signore, che, con un suono appena al di sopra di quello che già si adagiava nell’aria, irruppe nella sala materializzato da voci che non accompagnavano la musica, ma la creavano; insomma una magia di armonia che sembrava essere stata nascosta per tanto tempo dentro le tavole di quello stesso palco.

Qualcuno a questo punto si chiederà dove voglio andare a parare… questo descrivere, in modo così attento, l’incontro con qualcosa di sconosciuto, poteva nascondere una scarsa adesione alla realtà, partendo da un punto lontanissimo per giungere ad un traguardo molto dopo il tempo previsto.

Forse questi signori hanno ragione: la prendo alla larga è vero, ma solo per trasmettere quella sensazione di totale caos che nei primi mesi del 2011 noi tre – Anna Maria, Alba ed io – vivemmo; anzi, per onor del vero, quella che da principio si ostinò a crederci fu Anna Maria…

Insomma, a cosa direte voi, Sant’Iddio?

Voler rendere visibile un popolo di scrittori veri, di artisti che credevano nelle loro opere, e lo voleva nel cuore di Roma, ma soprattutto lo voleva come un regalo da fare alla CULTURA, si quella con tutte le lettere maiuscole.

Ora è chiara la metafora dei suoni disarmonici e dell’icona che avevo nella testa? Tante cose giuste che però non si armonizzavano fra di loro, e quella convinzione che nessuno, per quanto bravo, avrebbe potuto togliere dal suo trono un Dio… ed invece è accaduto!

Dopo Anna Maria, Alba si unisce alla follia della prima e con lei comincia a buttar giù date da presentare alla Provincia di Roma per un calendario di Autori che sarebbero stati presentati in una manifestazione. Ed ecco cominciare ad armonizzarsi i suoni… le prime email con quelle frasi che dovevano solo comunicare, ma che già avevano un suono dolce come quello della danza di Ninfe in una pastorale… e poi le pause della burocrazia;  ed ecco che mi unisco alle due amiche, ed anch’io vengo contagiata da questa voglia di andare avanti e, con l’appoggio della Biblioteca Storica del Ministero dell’Agricoltura e Foreste, finalmente otteniamo la sede, e che sede: IL VITTORIANO… lassù fino quasi a toccare il cielo bellissimo di questa città che ci regala ogni volta che ci troviamo per il nostro appuntamento letterario, il panorama ineguagliabile della Roma imperiale.

Quando il 27 maggio iniziò questo nostro percorso ci sembrò di aver in mano il mondo, anche se eravamo coscienti che tutto sarebbe finito a Dicembre, ma adesso volevamo di più: I NUOVI AUTORI dovevano diventare evento permanente!

Non so voi, ma io non credo al caso. Qualche giorno prima di quel fatidico 27 maggio attraverso il social-network più famoso del momento, ovvero FaceBook, avevo conosciuto virtualmente un signore che riuniva tutto ciò che contraddistingue un vero artista: musicista, pittore, scultore, fotografo, scrittore che si incuriosì di questo mio pubblicizzare il nascente evento e me lo vidi presentare proprio quel giorno insieme a sua moglie, alla quale aveva comunicato poche ore prima la sua decisione, e così conobbi Salvatore Maresca Serra e sua moglie Miriam.

Quello che accadde dopo è cronaca: Salvatore sposò il progetto con la benedizione di Miriam ed oggi, alla vigilia del terzo appuntamento che avverrà il 22 luglio, i suoi più cari amici, attori, poeti, scrittori, artisti in genere, mettono il loro conosciuto nome, come garanzia del progetto e della sua validità, rendendosi disponibili  chi come padrini e madrine, chi come lettori, chi come giornalisti, chi come pubblico, unendosi ai nostri primi amici, scrittori, artisti e attori anche loro, e tutti si uniscono intorno a noi ed ai nostri NUOVI AUTORI…

Non posso e non voglio fare i nomi dei singoli per paura di dimenticarne qualcuno, ma oggi sappiamo che ci sarà una ripresa in diretta via web, articoli su blog e giornali on-line e cartacei, foto, che hanno creato per tutti noi dei momenti difficili da dimenticare…

Se è un sogno non svegliatemi, ma se è la vita allora imitatela, perché solo chi crede nei suoi sogni può far si che la vita non sia più un incubo, e adesso il traguardo dell’evento come permanente non è più così lontano; ma la strada è lunga e quindi non dobbiamo fermarci, perché un buon libro non è determinato da un rimbombare di tamburi, ma da un’armonica Sinfonia di Voci e Sogni.

Patrizia Palese

SEGMENTI

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Ci sono solo segmenti, segmenti di vita, che segnalano lo scorrere del tempo su linee ideali. E così i percorsi dei sentimenti, delle speranze e delle passioni, disegnano a tratti il loro – e il nostro – volto. Appaiono come luci improvvise. Poi si spengono.

Quando avverto che un frammento del mondo ideale ha affiancato la mia esistenza, quello è il momento in cui tutto è già terminato. La vita mi appare allora come una pianta nomade, alla ricerca di un terreno solido, stabile, che duri il più possibile, e che non mi costringa nuovamente e dolorosamente a migrare ancora. A cercare ancora. Eppure tutto si ripete in un copione che non si può riscrivere. Anche se i miei sentimenti non sono mai cambiati. Non possono. Quindi, cos’è che cambia?

Forse tutto questo si palesa a chi è alla costante ricerca di ciò che non può mutare, e solo a lui. Come se cercare l’eterno ti sottoponga alle infinite metamorfosi del tuo essere. Diversamente niente di questo ci apparterrebbe, e noi apparterremmo solo ai giorni. Mentre invece mi ritrovo a sognare un tempo dove un solo giorno esiste. Un giorno infinito, mai cominciato, e per questo al quale è ignota la fine. La sua fine. E quindi la mia.

E’ l’esatta sensazione che proviamo quando una musica rapisce il nostro istinto, quando raggiunge in noi quel piacere che non riesce – per un solo istante – a immaginare, a supporre, che il rapimento cesserà. E’ quell’istante a svelarmi che in me il desiderio di eternità c’è. Ed è solo questo che conta: l’aver viaggiato nell’infinito giorno dell’ideale.

Un altro breve segmento rubato a quelle linee. Un altro istante in cui la fine ha cancellato l’essere.

La nostra memoria dev’essere brava a raccogliere e conservare in un tutto unico questi istanti. Perchè la nostra vera vita è tutta lì. Nel rimpianto di ciò che avremmo potuto essere se solo ne avessimo conservato la memoria.