scritti

ARCHEOLOGIA di Miriam Maltese

 

Un archeologo è il marito ideale: più invecchi e più ti trova interessante”

Agata Christie, scrittrice e moglie dell’archeologo britannico Max Mallowan

 

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A breve, questo Blog si arricchirà di una rubrica dedicata ad uno degli aspetti misteriosi dell’Arte e della conoscenza più generale; un aspetto denso di fascino e di avventura: l’Archeologia.

Il tutto si rende possibile grazie alla studiosa ed esperta appassionata della materia, Miriam Maltese.

Che ringrazio su questa pagina per aver accettato la mia proposta di collaborazione. Miriam curerà personalmente tutto il materiale che verrà pubblicato, e di cui – spesso – sarà l’autrice: documenti media, ovvero immagini rare, video, interviste, studi, libri, link, reportage, e tutto ciò che i lettori potranno scaricare liberamente, conservando i frutti di questa appassionata e appassionante ricerca. Non ho alcun dubbio che sarà gradita agli interessati, ma anche a coloro che vorranno accostarsi a questa materia, forse per la prima volta, e in modo organico, fruibile, e interagire con l’autrice scrivendole, inviandole materiali da pubblicare, commentando volta per volta gli articoli pubblicati sul Blog. Basterà usare lo strumento SCRIVI ALLA REDAZIONE. Sappiamo tutti più o meno bene quanto l’Arte deve agli archeologi, e così la ricostruzione della Storia della civiltà umana. Senza queste figure, la nostra consapevolezza di noi stessi non sarebbe possibile. 

Grazie a Miriam, sarà possibile anche poter parlare delle forme d’Arte che si coaguleranno poi nei segni che preludono al linguaggio, e alla sua virtualità: un’occasione preziosa per ripercorrere cammini di uomini, storie che posseggono a volte i connotati dell’incredibile, dell’inaspettato, dell’improvviso pensiero che intuisce e disvela: la genialità di questi uomini accompagnerà il percorso che – tutt’altro che lontano – è presente a tutt’oggi nel tessuto della ricerca, e che utilizza nella contemporaneità strumenti e tecnologie – spesso mutuate da altre discipline scientifiche –  che ne fanno uno degli aspetti più concreti della vastissima ricerca in atto sul pianeta delle origini dell’umano, nella progressione esponenziale che ha condotto alla comparsa improvvisa della civiltà del sapiens-sapiens. Di cui ancor oggi è il mistero a dominare la facies antropologica. Nel lavoro di Miriam vi troverete subito quella freschezza e quella trascinante passione che animano da sempre il pensiero e le azioni di coloro che amano profondamente le loro passioni, e che naturalmente posseggono il dono della contaminazione e della trasmissione della conoscenza.

Auguro Buon lavoro! a Miriam…e spero si possa ribaltare l’affermazione di Agata Christie nel verso maschile, essendo Miriam Maltese la persona che condivide il viaggio della vita e dell’affetto con me.

 

SEGMENTI

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Ci sono solo segmenti, segmenti di vita, che segnalano lo scorrere del tempo su linee ideali. E così i percorsi dei sentimenti, delle speranze e delle passioni, disegnano a tratti il loro – e il nostro – volto. Appaiono come luci improvvise. Poi si spengono.

Quando avverto che un frammento del mondo ideale ha affiancato la mia esistenza, quello è il momento in cui tutto è già terminato. La vita mi appare allora come una pianta nomade, alla ricerca di un terreno solido, stabile, che duri il più possibile, e che non mi costringa nuovamente e dolorosamente a migrare ancora. A cercare ancora. Eppure tutto si ripete in un copione che non si può riscrivere. Anche se i miei sentimenti non sono mai cambiati. Non possono. Quindi, cos’è che cambia?

Forse tutto questo si palesa a chi è alla costante ricerca di ciò che non può mutare, e solo a lui. Come se cercare l’eterno ti sottoponga alle infinite metamorfosi del tuo essere. Diversamente niente di questo ci apparterrebbe, e noi apparterremmo solo ai giorni. Mentre invece mi ritrovo a sognare un tempo dove un solo giorno esiste. Un giorno infinito, mai cominciato, e per questo al quale è ignota la fine. La sua fine. E quindi la mia.

E’ l’esatta sensazione che proviamo quando una musica rapisce il nostro istinto, quando raggiunge in noi quel piacere che non riesce – per un solo istante – a immaginare, a supporre, che il rapimento cesserà. E’ quell’istante a svelarmi che in me il desiderio di eternità c’è. Ed è solo questo che conta: l’aver viaggiato nell’infinito giorno dell’ideale.

Un altro breve segmento rubato a quelle linee. Un altro istante in cui la fine ha cancellato l’essere.

La nostra memoria dev’essere brava a raccogliere e conservare in un tutto unico questi istanti. Perchè la nostra vera vita è tutta lì. Nel rimpianto di ciò che avremmo potuto essere se solo ne avessimo conservato la memoria.

IL PENSIERO DEL GIORNO

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E’ sufficiente sostituire al naturale equilibrio bio-pschico dell’individuo l’indottrinamento, l’introiettamento, il comportamentismo, il ricatto, l’ideologia, la dittatura dalla nascita. Cose sempre – con consapevolezza scientifica o anche senza (in tempi remoti) – esistite. Rimuovere la paura della morte, quindi il naturale istinto di conservazione. 
Rimuovere l’aspirazione alla coesistenza col gruppo.
Isolare.
Congelare le capacità critiche autocritiche.
Stabilizzare un pensiero olistico e monodirezionale.
Coartare con la forza dei regimi gli individui nella direzione del fanatismo.
Annullare la percezione dell’altro da sé.
Macchinalizzare il pensiero attraverso categorie e schemi labirintici.
Usare applicazioni di riflessi condizionati semplici per soffocare gli istinti.
Recintare la percezione della realtà con la propaganda.

Le tecniche sono infinite.

Non è necessario impiantare parti meccaniche nel corpo, è sempre bastato impiantare protesi pschiche per produrre banali automi. Affetti da quella “banalità del male” coniata da Hannah Arendt per il caso Adolf Heickman. La storia è fatta in prevalenza da “Cyborgs” – a mio avviso – che agiscono meglio delle stesse entità cibernetiche, nel male. Pur apparentemente non essendole, ma il discorso è diaframmatico.