Rome

Ecco la lista segreta degli abusi edilizi. Da vip a calciatori passando per Ama, Acea e Comune – Oggi querele contro Francesco Barbato per l’interrogazione parlamentare

In seguito all’interrogazione parlamentare del deputato Idv Francesco Barbato, vi riproponiamo il contenuto di un aricolo apparso su La Repubblica, che denuncia migliaia di abusi edilizi nella capitale. In questi giorni Barbato ha interrogato sulla presenza di un ristorante addirittura presente negli scavi archeologici di Paestum. Il risultato è una minaccia di querela da parte del sindaco di Capaccio. Dal sito di Francesco Barbato http://www.francobarbato.com/fb/it/1028-scavi-paestum-le-prime-reazioni-alla-mia-interrogazione

“In seguito alla mia interrogazione parlamentare in cui ho denunciato la presenza di un ristorante all’interno degli scavi, dove peraltro il canone di locazione è irrisorio, il sindaco di Capaccio ha risposto definendolo un ritornello già sentito. “Si tratterebbe solo di un abuso risalente agli anni ottanta per il resto è tutto regolare, farò querela al deputato Barbato e dei soldi che otterrò di risarcimento farò beneficenza” come riportato da La città di Salerno. Sarà la magistratura ad accertare la regolarità del caso, nel frattempo spero che l’opinione pubblica si renda conto che siamo stanchi di privilegi e abusi di potere.”

Ecco la lista segreta degli abusi edilizi. Da vip a calciatori passando per Ama, Acea e Comune

ROMA – C’è chi si è costruito un box nel parco di Veio, chi ha ampliato la terrazza vista fontana di Trevi, ci sono preti, vip, calciatori. Il quotidiano ‘La Repubblica’ pubblica oggi una “lista nera” di abusi edilizi nella Capitale, dal centro ai parchi pubblici. Una lista di nomi, tra cui comparirebbe anche il Comune di Roma, che avrebbero fatto abusi edilizi in aree con vincoli strettissimi. Secondo quanto scrive ‘Il Corriere della Sera’, due settimane fa un blitz della polizia giudiziaria all’ufficio condono di Roma avrebbe portato al sequestro di cinquemila pratiche.
La lista “segreta”, scrive ‘La Repubblica’, è contenuta in due cd creati dalla società Gemma Spa all’epoca del condono edilizio del 2003 e sequestrati due settimane fa all’Ufficio condono edilizio. All’interno dei due cd sono contenute tutte le 85 mila richieste di condono che arrivarono allora, le foto aeree di quegli abusi e la valutazione sulla possibilità di concedere o meno il condono. I cd, scrive ‘La Repubblica’, sono stati consegnati dalla società Gemma ad Alemanno nel giugno scorso e scorrendo quelle liste, secondo il quotidiano romano, si trovano 12mila casi di abusi che Gemma ha considerato non condonabili. Solo, fa notare ‘Repubblica’, per quegli immobili il Comune di Roma non ha proceduto nè all’abbattimento nè all’acquisizione. Tant’è che, secondo il quotidiano romano, la procura di Roma si è accorta che qualcosa non va e pochi giorni fa ha sequestrato, negli archivi di Gemma, 5000 pratiche fuori termine. Vuole capire perché non sono state notificate ai proprietari.
Ma vediamo chi si celerebbe dietro queste “liste nere”. Scrive ‘La Repubblica’: “Tra chi ha provato a fare il furbo chiedendo il condono per una struttura costruita ampiamente dopo il 31 marzo 2003 – i cosiddetti “fuori termine”, circa 3.712 pratiche – spunta il nome di Luigi Cremonini, l’imprenditore modenese leader nel commercio della carne e proprietario di tre catene di ristoranti, che dal giorno alla notte si è costruito una terrazza modello villaggio vacanze in uno dei punti più pregiati di Roma, di fronte alla fontana di Trevi. O come Federica Bonifaci, figlia del costruttore Bonifaci (anche editore del Tempo) che ha dato un’”aggiustatina” alla sua casa ai Parioli. Di vip o anche solo di personaggi e istituzioni in vista nell’elenco ce ne sono a volontà. Si va da Maria Carmela d’Urso, alias Barbara d’Urso al calciatore nerazzurro ed ex laziale Dejan Stankovic, da Luciana Rita Angeletti, moglie del rettore della Sapienza Luigi Frati, all’Istituto figlie del Sacro Cuore di Gesù”.
“Le congregazioni religiose hanno una certa dimestichezza col cemento – scrive ancora ‘La Repubblica’ – Nella lista nera figurano le Suore Ospedaliere della Misericordia, la Procura Generalizia delle Suore del Sacro Cuore, quella delle missionarie di Madre Teresa di Calcutta e la Famiglia dei Discepoli della diocesi romana. Non mancano i templi dove la Roma bene ama riunirsi per celebrare i suoi riti di socialità. Il Parco dè Medici sporting club, il country club Gianicolo, il Tennis Club Castel di Decima, la discoteca Chalet Europa nel parco di Monte Mario. E nemmeno le ville mono e bifamiliari con piscina dell’alta borghesia, cresciute come gramigna nel parco di Veio, ai lati di via della Giustiniana, la strada più abusata di Roma. Ancora, scorrendo la lista balzano agli occhi decine di società immobiliari, alcuni distributori di carburante della Esso e la sede centrale della “Fonte Capannelle Acque Minerali” nel parco dell’Appia Antica. L’aspetto più buffo o forse drammatico è che nell’elenco dei più furbi tra i furbi compaiono anche molte aziende comunali di servizio, come l’Ama, l’Acea e addirittura Risorse per Roma, la municipalizzata che da gennaio ha il compito di occuparsi proprio delle pratiche di condono“.
Poi, secondo ‘La Repubblica’, ci sono gli abusi edilizi nei parchi pubblici, su cui grava un vincolo ambientale strettissimo. Secondo il quotidiano romano, ad essersi reso artefice di un abuso edilizio, sarebbe stato anche il Comune di Roma che avrebbe poi chiesto a se stesso un condono pur sapendo fosse impossibile ottenerlo. “La manovra serviva a ‘legalizzare’ – si legge – un’opera abusiva in via del Fontanile di Mezzaluna, in pieno parco del Litorale romano dove i limiti all’edificazione sono strettissimi”. Tra gli altri nomi presenti nella lista di questi abusi nei parchi, si legge su ‘Repubblica’, ci sono “Tosinvest spa, la finanziaria della potentissima famiglia Angelucci, i signori delle cliniche private nonché editori di Libero e il Riformista. A nome di Tosinvest spa ci sono tre domande di condono per una struttura aziendale nel parco dell’Appia Antica. In quello di Veio c’è un abuso a nome di Acea Spa, il colosso dell’energia e dell’acqua per metà pubblico (proprietà appunto del comune di Roma), in parte nelle mani del costruttore Francesco Caltagirone“.

L’articolo riprende La Repubblica del 11 marzo 2011

 

ROSSELLA URRU È LIBERA! Ma la Farnesina non ne sa niente

Rossella Libera

Rossella Libera (Photo credit: PD Cagliari)

Rilasciata in Mali la cooperante italiana: è insieme a due cooperanti spagnoli, dopo nove mesi di sequestro. La notizia confermata dal ministro Terzi. L’intelligence spagnola: “Riscatto pagato”

ROMA – Dopo 9 mesi di sequestro, Rossella Urru è stata liberata: la conferma tanto attesa è arrivata alle 19,36 dalla Farnesina. Il ministro degli esteri Giulio Terzi ha commentato: “Una bellissima notizia. E’ stata liberata. Speriamo di poterle parlare quanto prima. Forse occorrerà una mezz’ora. Ho portato i saluti del presidente Napolitano ai familiari che sono qui con noi all’unità di crisi”, ha detto. Aggiungendo che Rossella è “il simbolo del coraggio, della dignità e della fierezza delle donne italiane, che lavorano in terreni di cooperazione e rappresentano la dignità, l’orgoglio e la grandezza del nostro Paese”.

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha precisato Terzi, “ha seguito personalmente, insieme al presidente del Consiglio, a me e a tutto il governo questo caso così difficile per l’opinione pubblica italiana”. Lo stesso presidente Napolitano ha espresso “sollievo e gioia” per la liberazione della ragazza, e il proprio apprezzamento alle amministrazioni e ai servizi di sicurezza per la loro “tenace iniziativa e il felice esito raggiunto”. Anche il premier Mario Monti ha espresso compiacimento del Governo e suo personale per la conclusione della prigionia. “Gli organi dello Stato – ha detto – con professionalità e impegno si sono prodigati per la liberazione della nostra connazionale. Li ringrazio per questo ulteriore successo che l’Italia può segnare nella lotta contro il terrorismo internazionale”.

“Considerateli liberi perchè le nostre condizioni sono state rispettate”, aveva detto all’Afp Mohammed Ould Hicham, esponente del Movimento per l’unità e la jihad in africa occidentale (Mujao), lo stesso che ha affettuato il rapimento. Le condizioni per il rilascio, ha spiegato, erano la liberazione di tre prigionieri islamisti, “detenuti da un paese islamico” e il pagamento di un riscatto, il cui ammontare il portavoce del Mujao non ha voluto svelare.

Rossella Urru è dunque stata rilasciata e si trova, con i due cooperati spagnoli che erano stati rapiti con lei il 23 ottobre, anch’essi rilasciati, a Timbuctù, nelle mani dei mediatori. Presto arriverà in Italia. Stando a una fonte militare locale, funzionari del Burkina Faso sono già stati inviati in Mali per prendere in consegna i tre rilasciati.

La notizia della liberazione è arrivata anche a Samugheo, dove abitano i familiari della ragazza, e l’intero paese è in festa. “I genitori di Rossella sono felicissimi”, ha detto don Alessandro Floris, che ha festeggiato facendo suonare le campane della chiesa. Graziano Urru, il padre della ragazza, che con la moglie e gli altri due figli si trova a Roma, parlando col sindaco del paese Antonello Demelas ha espresso parole di gioia e ringraziamento. “Sono emozionatissima, non vedo l’ora di riabbracciare mia figlia”, ha invece detto la mamma, Marisa.

La dinamica del rilascio. La cooperante è stata rapita lo scorso autunno in un campo del Fronte Polisario nel sud dell’Algeria, nei pressi di Tindouf, dal MUJAO, cellula fuoriuscita da al-Qaeda. Ad annunciare il rilascio in prima battuta il portavoce del gruppo islamico Ansar Dine a Timbuctù, Sanda Abou Mohamed, ritenuto vicino ad all’organizzazione, che ha confermato sia la liberazione della ragazza che dei due spagnoli rapiti con lei a ottobre, Ainhoa Fernandez del Rincon ed Enric Gonyalons. L’uomo ha precisato che gli ostaggi sono stati rilasciati dal gruppo MUJAO vicino alla città settentrionale di Gao. MUJAO è alleato di Ansar Dine e i due gruppi hanno combattuto insieme per sottrarre la parte settentrionale del Mali ai ribelli Tuareg.

Il possibile elemento di svolta nella liberazione dei tre ostaggi potrebbe essere, secondo l’agenzia mauritana Ani, il rilascio, nelle prime ore del mattino, di Mamne Ould Oufkir, arrestato lo scorso 4 dicembre in Mauritania perchè sospettato di essere coinvolto nel sequestro dei tre. L’uomo ha lasciato il carcere centrale di Nouakchott ed è stato accompagnato dalle autorità mauritane fuori dalla capitale in una località ignota. Il suo nome faceva parte della lista dei detenuti salafiti da liberare in cambio della Urru, avanzata dal Mujao. Non è certo però che sia stato usato per lo scambio con l’ostaggio italiano.

Fonti dell’intelligence spagnola hanno inoltre riferito al sito Globalist che la Urru e lo spagnolo Enrico Gonyalons sono stati liberati a seguito del pagamento di un riscatto. Non hanno voluto precisare l’entità della somma, che si aggirerebbe intorno ad alcuni milioni di euro, versati da Italia e Spagna. Il pagamento sarebbe avvenuto in contanti e in euro e, prosegue Globalist, il rilascio di Ould Faqir farebbe parte della trattativa. E’ stato il sito del giornale Il Foglio a dare per primo in Italia la notizia del possibile rilascio.