Siria

PAPE SATAN, PAPE SATAN “ALEPPO” – Enrico Maria Troisi

PAPE SATAN, PAPE SATAN “ALEPPO”.
Ho preso in prestito deformandole, le famose parole pronunciate all’indirizzo di Virgilio e Dante da Pluto, guardiano del quarto cerchio nel Canto VII della Commedia, : “Pape Satàn, pape Satàn aleppe”. Secondo una delle tante interpretazioni la frase, molto oscura, potrebbe derivare dall’Arabo. Abbūd Abū Rāshid, primo traduttore arabo della Divina Commedia interpretò questi versi come la trasformazione fonetica di una espressione araba, traducendoli in arabo come Bāb al-shaytān. Bāb al-shaytān. Ahlibu (“La porta di Satana. La porta di Satana. Proseguite nella discesa”). I versi pronunciati successivamente da Virgilio in risposta alla oscura minaccia del Guardiano, tendono a rassicurare l’ormai terrorizzato Dante: Non ti noccia / la tua paura; ché, poder ch’elli abbia / non ci torrà lo scender questa roccia. Il richiamo all’inferno della guerra civile in Siria mi è sembrato perfetto. La Commedia sembra calzar bene ad Assad e a pennello per i Ribelli. Pluto incita, sfida i Poeti ad affrontare il terrore e Virgilio esorta ancora Dante al coraggio. Mi ha colpito la determinazione del tiranno Assad nell’ordinare la distruzione della sua gente e della sua terra, e la forza, altrettanto cieca, che ne ha ricavato il popolo in rivolta. Tutto in Siria finisce, davanti ai nostri occhi, in una colossale ed irrefrenabile autodigestione. Diceva Alfieri che “…Nelle repubbliche vere amavano i cittadini prima la patria, poi la famiglia, quindi sè stessi: nelle tirannidi all’incontro, sempre si ama la propria esistenza sopra ogni cosa…(De La Tiranide)”. Se le idee camminano sulle gambe degli uomini, è forse lo smisurato amore per sé che spinge Assad ad ordinare il massacro indiscriminato della sua gente, pur sapendo che non c’è alcun futuro per il suo regime, ma soprattutto per sè. Ed allora l’amore si converte in odio. Ma altrettanto, i combattenti sono animati da un desiderio di autodistruzione che si afferma sfruttando la catena di trasmissione della vendetta, e non si giustifica con la conquista di diritti negati, di legalità, di democrazia. Tutta questa autodistruttività azzera le gerarchie familiari e calpesta la morale: non ci sono bambini da risparmiare, o giovani o donne o anziani. Ovunque cadono tonnellate di esplosivo e si consumano stragi. Ragioni geo-strategiche impediscono ai soliti sceriffi di intervenire, mentre L’Europa è distratta da una guerra finanziaria senza precedenti, l’ONU è del tutto impotente, Papi e Ayatollah non riescono a tappare ll vaso di Pandora, nè invocano più la pace. Questa mi sembra una guerra civile diversa dalle altre. Più morbosa, più “sacrificale”, più “emotiva”, meno “tattica”, totale. La rete e i filmati catturati qua e là testimoniano di una carneficina senza logica se non quella della distruzione come fine, non come mezzo. Cosa accadrà ancora varcata la porta…?

Enrico Maria Troisi

FRATELLI MUSULMANI ACCUSANO

Siria: Fratelli musulmani accusano Annan, Russia e Iran per massacro

13 Luglio 2012 – 09:40

(ASCA-AFP) – Beirut – 13 lug – I Fratelli musulmani della Siria hanno accusato l’inviato di Onu e Lega Araba, Kofi Annan, Russia e Iran di non aver fatto nulla per impedire l’ennesimo massacro perpetrato dal regime Bashar al-Assad nella provincia di Hama, dove l’esercito di Damasco ha ucciso, secondo gli attivisti, oltre 200 persone.

”Non riteniamo che il mostro Bashar sia l’unico responsabile di questo orribile crimine ma lo sono anche Kofi Annan, i russi e gli iraniani e tutti i Paesi che pretendono di essere i guardiani della pace e della stabilita’ nel mondo e invece restano in silenzio”, ha dichiarato il gruppo in una nota.

DISERZIONE PILOTA SIRIANO – GIORDANIA ASILO POLITICO

IL CASO

Siria, pilota diserta con il Mig
la Giordania concede asilo politico

L’ufficiale ha compiuto un atterraggio non previsto in uno scalo aereo militare non lontano da Amman. Le autorità giordane accolgono la richiesta di protezione, aprendo un possibile caso diplomatico. L’opposizione: ancora decine di civili morti nei bombardamenti

AMMAN – Caso diplomatico-militare tra Siria e Giordania, dopo che un ufficiale dell’aviazione di Damasco ha disertato e ha chiesto, ottenendolo, l’asilo politico. L’annuncio ufficiale che ha dissipato le incertezze circa la misteriosa deviazione del volo militare – attribuita in un primo momento a un atterraggio di emergenza – è arrivato dalle autorità giordane che confermato di aver accettato la richiesta di asilo avanzata dal pilota del Mig-21 siriano con il quale le autorità di Damasco avevano perso i contatti in mattinata, durante un volo di addestramento nello spazio aereo sovrastante la frontiera meridionale del Paese. “Il Consiglio dei Ministri”, ha riferito il portavoce del governo giordano Maaytah, “ha deciso di garantire al colonnello Hassan Mehri al-Hamade, su sua richiesta, l’asilo politico”. Poche ore prima il caccia-bombardiere di Hamade era atterrato nella base aerea ‘Re Hussein’ di Mafraq, uno scalo militare situato un’ottantina di chilometri a nord-est di Amman. Si tratta della prima defezione del genere dall’inizio della rivolta contro il regime di Bashar al-Assad, oltre sedici mesi fa.

Fonti governative siriane avevano sostenuto in un primo momento che si fosse trattato di un semplice atterraggio di emergenza, ma i dissidenti avevano replicato affermando che l’ufficiale era invece fuggito all’estero, e i fatti ne hanno confermato la tesi. Le autorità siriane hanno quindi reagito definendo il pilota un “traditore” e reclamando la restituzione dell’aereo.

“Il caccia è decollato a velocità supersonica, e ha proseguito a bassa quota”, ha ricostruito Georges Sabra, portavoce del Consiglio Nazionale Siriano, principale cartello delle forze di opposizione. La partenza è avvenuta dall’aeroporto militare di al-Dumair, situato pochi chilometri a sud-est di Damasco, tra Deraa e Sweida. “Di solito velivoli del genere volano in stormi di due o tre, non da soli”, ha sottolineato il portavoce del Cns. “E’ di certo stata una diserzione, perché non è normale che un jet di quel tipo effettui il decollo a tale velocità. Serve a evitare di essere intercettati dai radar”, ha spiegato Sabra, aggiungendo che il colonnello Hamade è originario di Deir Ezzor, una delle roccaforti degli insorti, circa 450 chilometri a nord-est della capitale, e che “la sua famiglia è nota per le posizioni oppositrici del regime”.

Secondo le fonti dell’opposizione la repressione delle forze regolari siriane sulle città ribelli non si placa. Sarebbero decine i civili siriani morti negli intensi bombardamenti delle truppe governative su Homs, Deraa e su alcune località della provincia di Damasco. Secondo quanto riferito da diversi gruppi d’opposizione, le vittime sono più di 70. Le zone più colpite sono il quartiere Dir Baalba a Homs, la località di Injel, a Deraa, e diversi villaggi nei dintorni della capitale. Solo a Homs ci sono stati tra i 15 e i 20 morti. A Injel (55 chilometri a nord-ovest di Deraa, sono 18.