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THE GAY AFTER, ovvero la differenza fra scopare ed avere uno scopo – Enrico Maria Troisi

Lo psichiatra Enrico Maria Troisi

 

Doc3, Rai3, “Prima di tutto” (in ultima serata!?), documento del 19.9 su una famiglia gay che risale la china della conquista del diritto di cittadinanza grazie alla disobbedienza civile di tanti uomini e donne italiani. La salute ed il sorriso di due figli, e il loro diventare uomini, questo era/è l’unico scopo della coppia, oltre alla realizzazione di se stessa. Guardavo, con invidia e nostalgia la coppia e i due figli, avuti dall’utero di una splendida statunitense, coniugata e già mamma, ma, nello stesso tempo, ero attraversato da una profonda inquietudine. Quella di essermi lasciato convincere a non avere più pregiudizi, ora che valori e schemi tradizionali sembrano solo stereotipi. devo provare a falsificare la prova che quella improbabilitá sia normale, come testimoniato dal film. Solo così la considererò un dato incontrovertibile. Per esempio, la coppia gay del documentario è sufficientemente ricca e colta, ha una cospicua rete di fiducia e due famiglie benestanti alle spalle, con regole tradizionali ma senza riserve. Cioè, se puoi contare su danaro, cultura, amici e una robusta famiglia, puoi rovesciare il tavolo. Sennò sarai perlomeno malamente discriminato. Ma queste sarebbero anche le variabili che condizionano la vita di una famiglia tradizionale. Quindi potrebbe essere la poca e maldistribuita ricchezza, materiale e non, a determinare l’anomalia di un’unione gay con figli? In un epoca in cui le differenze di ruolo, sesso ed età tendono ad annullarsi mentre quelle economiche vengono magnificate, parrebbe proprio di sì.

Enrico Maria Troisi

Milano dice sì alle Unioni civili. Pisapia: da oggi ci sono più diritti

Milano, 27 lug. (Adnkronos) – L’Associazione Radicale Certi Diritti “saluta con favore l’approvazione del registro sulle unioni civili” da parte del Consiglio comunale di Milano, avvenuta nella notte, una misura che “rende la città più accogliente, laica ed europea”. Lo comunica l’associazione. “Un estenuante dibattito consiliare – prosegue – ha trasformato una delibera asciutta sul modello torinese in una più articolata, che prevede un autonomo registro delle unioni civili riferito però all’articolo 4 del Dpr 223 del 1989 che parla di famiglia anagrafica”. “A parte la scelta eccessivamente burocratica – continua l’associazione – rimane integro il cuore del provvedimento che impegna il Comune a garantire ‘condizioni non discriminatorie” di accesso ai suoi servizi e nelle materie di propria competenza. L’Associazione Radicale Certi Diritti, insieme ad altre realtà milanesi, aveva quasi completato una raccolta firme su una delibera basata sul modello torinese, che ha certamente contribuito ad accelerare i tempi dell’approvazione del registro”.

“Salutiamo con favore – continua l’associazione – la scelta di lasciare al Consiglio comunale la titolarità della materia poiché questo ha permesso di sviluppare un vasto dibattito nelle istituzioni e in città. Da Milano rilanciamo ora la battaglia per il matrimonio egualitario che consenta a tutti i cittadini, a prescindere dal loro orientamento sessuale, il pieno accesso all’istituto del matrimonio civile e che permetta cosi’ di sanare la più odiosa delle discriminazioni contenute nel nostro ordinamento giuridico”.

Il primo commento del sindaco di Milano Giuliano Pisapia subito dopo l’approvazione del Consiglio comunale che ha visto una lunga trattativa è stato: “Da oggi a Milano ci sono più diritti”.